Il ciclo mestruale, a parte l’eccitazione al menarca e forse per i primi cicli è spesso considerato, un “fastidio” (e per alcune molto di più) che accompagna la donna per tanti anni.
Sebbene, però, non sia piacevole, ci dà quel “potere” tutto femminile di poter procreare, e, inoltre, è il primo metro di valutazione dello stato di salute: la sua regolarità nei tempi, nel flusso, nella durata dà contezza del benessere nella donna.
Il ciclo mestruale arriva intorno ai 12 anni, anche se negli ultimi tempi, purtroppo, si sta anticipando sempre di più e rimane con la donna per circa 30-40 anni.
La durata è di circa 28-30 giorni, ci sono cicli più lunghi o più brevi ma se non vanno al di sotto dei 21 giorni ne superano i 35 possiamo considerare il ciclo regolare, altrimenti è da valutarne il motivo della sua irregolarità.
Analizziamo, ora, brevemente, le varie fasi che caratterizzano il ciclo mestruale così da comprenderlo al meglio:
- Inizia con il Mestruo, primo giorno di sanguinamento causato dallo sfaldamento del rivestimento uterino (endometrio) che non è stato utilizzato per sostenere una gravidanza.
- Ad esso segue la fase follicolare che dura generalmente 14 giorni ma quando il ciclo è irregolare è essa ad essere più lunga o più breve.
Questa fase, comincia con il mestruo, dopo di che l’ipofisi rilascia l’ormone follicolo-stimolante (FSH), che stimola la crescita dei follicoli nelle ovaie. Ogni follicolo contiene un ovulo.
Uno dei follicoli diventa dominante e continua a maturare, mentre il corpo aumenta la produzione di estrogeni, che ispessiscono l’endometrio in preparazione all’ovulazione.
- Alla fase follicolare segue l’ovulazione al 14° giorno circa: l’ormone luteinizzante (LH) aumenta e provoca il rilascio dell’ovulo maturo dal follicolo dominante. L’ovulo viaggia lungo la tuba di Falloppio verso l’utero.
- A questo punto c’è la fase luteale che accompagna la donna fino alla successiva mestruazione (a meno che non c’è fecondazione).
Il follicolo rotto si trasforma nel corpo luteo, c’è produzione di progesterone che prepara l’endometrio per un possibile impianto di un ovulo fecondato. Se non avviene la fecondazione, il corpo luteo degenera, causando un calo dei livelli di progesterone ed estrogeni, e comportando il sanguinamento, e il ciclo ricomincia da capo.
La perimenopausa che comincia intorno ai 40 anni (ma anche molto prima) dura da pochi mesi a diversi anni (anche più di 10) e comporta cicli irregolari che diventano più brevi, altri più lunghi, e occasionalmente possono saltare del tutto (oltre ad essere meno o più abbondanti nel ciclo), l’ovulazione, quindi, diventa meno prevedibile e frequente e di conseguenza anche gli ormoni che vengono prodotti nelle varie fasi non sono regolari.
Per questo motivo la perimenopausa più che valutarla con gli esami ormonali è da fare sulla analisi del ciclo mestruale e notarne differenze.
L’assenza di mestruazioni per 12 mesi consecutivi segna la fine della fertilità femminile, e di conseguenza la menopausa: l’FSH (ormone follicolo-stimolante) aumenta, così come l’LH (ormone luteinizzante), mentre gli estrogeni diminuiscono (mentre in perimenopausa si ha un aumento).
Da ciò comprendiamo che durante la vita di una donna, il ciclo mestruale può subire numerose variazioni, specialmente durante periodi di transizione come la perimenopausa. È importante essere consapevoli dei propri cicli e dei sintomi associati, non solo per gestire eventuali disagi, ma anche per mantenere un benessere generale.